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Serie Calssica DVD 05

SERIE CLASSICA

serie classica
dvd 05

Mitsuru Kiruda


Mitsuru Kiruda è il comandante delle forze armate terrestri, nonché uno dei pochi esseri umani in grado di tenere testa ad Harlock. Sguardo deciso e aspetto marziale, Kiruda è rimasto orfano quando era ancora un bambino, ed è cresciuto in Egitto, dove ha perso tragicamente anche la sorella Tami. Entrato all’accademia militare, ha poi utilizzato la propria volontà ferrea per scalare i gradini della politica per giungere fino all’importante posizione che ricopre. Tra le alte gerarchie terrestri è l’unico a dimostrarsi energico e pronto a battersi contro il nemico in ogni occasione. Pretende assoluta obbedienza dai propri uomini ed è sempre in prima linea quando si tratta di combattere. È in grado di pilotare parecchi mezzi, sia terrestri che aerei. In Harlock vede un pirata e un anarchico da sconfiggere a ogni costo. Per questo motivo ne osserva i movimenti ed è sempre pronto a tendergli delle trappole, ma l’Arcadia si dimostra troppo potente per il suo esercito. Anche se in ritardo, è l’unico esponente governativo a rendersi conto della minaccia mazoniana e a fine serie cambierà opinione sul conto di Harlock. Nell’edizione italiana il suo nome è diventato Kirita.

 

Computer e telescopi


Ai tempi di Capitan Harlock, nel trentesimo secolo, la tecnologia ha fornito ai navigatori, che si spostano tra le stelle invece che sui mari, strumenti pressoché infallibili. Stabilire la rotta nello spazio è un compito che spetta sempre al capitano, ma i complessi calcoli che comporta sono affidati a sofisticatissimi computer di bordo. Quello dell’Arcadia, in particolare, è decisamente avanzato, nonché dotato di qualcosa di estremamente umano: l’anima e l’intelligenza del suo costruttore Tochiro, grande amico di Harlcok, fusosi per sempre con la sua creazione più sorprendente, l’Arcadia appunto, al momento della sua morte fisica. Riguardo alle mappe, continuano ad esister, ma il più delle volte non sono su carta bensì elettroniche, file di computer visionabili su schermi giganteschi, grazie ai quali è possibile osservare ogni angolo del cosmo, perlomeno di quello già conosciuto. Niente più cannocchiali, bensì avveniristici telescopi. Niente bussole e niente sole per orientarsi, ma ammassi stellari, nebulose, radiofari, rotte spaziali. Tra decine di indicatori, oblò, luci lampeggianti, apparecchiature elettroniche, lancette, scritte luminose, i compiti dei pirati dello spazio si sono decisamente semplificati rispetto a quelli dei loro colleghi di oltre mille anni prima, ma i pericoli che devono affrontare sono diventati ancora più grandi.

Mappe e bussole


Ai tempi degli antichi pirati terrestri la navigazione non era cosa semplice. Per orientarsi, individuare la propria posizione, tracciare una rotta, i pirati potevano contare su pochissimi strumenti, talvolta poco precisi. C’era la bussola, il cui ago indicava la direzione Nord. I cannocchiali, con cui stimare direzione e distanza utilizzando le nuvole e gli uccelli. La balestriglia, complesso strumento ad aste con cui osservare il sole per valutare la latitudine. Ma gli strumenti più preziosi, ambiti da qualsiasi capitano, restavano delle mappe precise, in cui fossero riportati terre, insenature, porti, scogli affioranti e ogni altro punto di riferimento o pericolo presente in mare. I libri che raccoglievano le carte nautiche erano detti portolani e spesso i pirati per ottenerli dovevano rubarli a qualche vascello abbordato, dopodichè li conservavano come veri e propri tesori. La navigazione per loro restava affidata in buona parte all’esperienza, al senso comune e a una buona dose di fortuna. E se la latitudine, grazie al sole, poteva essere calcolata con una certa accuratezza, la longitudine restava spesso un’incognita. Talvolta l’aspetto più duro del lavoro del pirata non era scontrarsi con una nave nemica, ma riuscire a trovarla nella vastità dei mari!

 

Serie Classica episodi 13-15


Il confronto tra Capitan Harlock e le Mazoniane sta vivendo una fase interlocutoria. L’Alkadia e la flotta di Mazone non sono ancora pronte allo scontro diretto, ma diverse scaramucce vengono messe in atto. Inoltre sul pianeta Terra parecchi pericoli sono in agguato e il pirata dello spazio deve guardarsi sia dalle aliene sia dall’esercito terrestre.
Nell’episodio dal titolo "Il castello stregato nel mare della morte", il tredicesimo della serie classica, Harlock è in dubbio se dirigersi verso Marte o verso Giove, alla ricerca di nuove basi mazoniane. Dalla Terra, però, giunge un misterioso segnale proveniente dal Mar dei Sargassi, che lo spinge a cambiare rotta. Quando l’Alkadia giunge a destinazione si imbatte in alcune sorprese. Navi fantasma provenienti dal lontano passato, e più esattamente dalla Seconda Guerra Mondiale, emergono minacciose dalle acque, mentre una formazione di caccia del Governo Federale, guidata da Kirita, attacca i pirati. L’Alkadia si libera di entrambe le minacce e scopre una cupola sottomarina all’interno della quale sono conservati i mezzi del passato. È la dimora della Regina del Mare che, su ordine di Raflesia, intende far addormentare Harlock. Un giorno passato nel suo regno dura infatti cento anni terrestri e, una volta risvegliatosi, il nemico di Mazone sarebbe ormai fuori gioco. Ma tale piano non è poi così facile da attuare…
Nel successivo "La lapide ai piedi della Sfinge", Kirita preleva la giovane Maya dall’orfanotrofio in cui vive e la porta con sé nel deserto egiziano. Dopodichè manda un messaggio ad Harlock in cui lo sfida a seguirlo da solo. Il pirata dello spazio, preoccupato per la bambina, segue le istruzioni e affronta la terribile afa sahariana rischiando la vita. Quando, ormai esausto, raggiunge il suo nemico presso la Sfinge, da quest’ultima fuoriesce una gigantesca arma a raggi, probabilmente di origine mazoniana. Kirita scoperse quel letale oggetto quando era ancora un bambino e ora intende usarlo contro l’Alkadia, ma ancora una volta esce sconfitto dal confronto.
Infine, nel quindicesimo episodio, "L’aurora boreale", l’Alkadia si dirige verso il Polo Nord, attratta da un’aurora dalle strane caratteristiche. Si tratta di una nuova trappola di Raflesia: mentre l’Alkadia cade in una voragine, Harlock viene catturato da una mazoniana che intende congelarlo. Viene salvato solo dall’intervento di Mime, sfuggendo a morte certa.

Haruya Yamazaki


Tra gli sceneggiatori della serie classica di Capitan Harlock figura anche il nome di Haruya Yamazaki, veterano degli anime. Nato a Tokyo il 2 febbraio 1938, Yamazaki ha prestato la propria penna a parecchi lungometraggi e serie televisive, tra cui diverse serie sportive, come la femminile Attach No.1 (1969) dedicata alla pallavolo, e la maschile Dash Kappey (1989) incentrata sul basket. Sempre in ambito sportivo ha portato il proprio contributo a molti anime di Kinnikuman (dal 1999), in cui wrestling e fantascienza si mescolano grazie alle avventura di Kinnikuman, alieno facente parte di una lega di superumani che intende impedire la conquista della Terra tentata da guerrieri malvagi. In campo fantascientifico Yamazaki ha firmato episodi di Danguard Ace (1977) e, appunto, di Capitan Harlock (1978), due serie tratte da altrettanti manga di Leiji Matsumoto, a cui si aggiunge Lensman (1984). Per il cinema ha sceneggiato, assieme a Hayao Miyazaky, il Castello di Cagliostro (1979), probabilmente il più riuscito lungometraggio dedicato a Lupin III. Yamazaki si è inoltre occupato dei fantascientifici Space Adventure Cobra (1982) e di lenaki Ko (1980), quest’ultimo trasposizione animata del celebre romanzo Senza Famiglia.

 
 

Punti di vista


Capitan Harlock e tutto il suo equipaggio sono fieri di essere chiamati pirati e di indossare il simbolo col teschio. È stato così anche in passato, quando molte ciurme pirata si vantavano del loro essere libere, orgogliosamente al di fuori dei rigidi schemi della società. Quest’ultima, al contrario, in genere li etichettava come volgari ladri e assassini. Non sempre, però, quando i pirati lavoravano per contro del proprio Paese e a svantaggio dei nemici. I pirati barbaresche, per esempio, erano odiati e considerati barbari omicida dagli europei, al contrario una sorta di eroi dagli abitanti dell’Africa Settentrionale. Per gli stati di Algeri, Tripoli e Tunisi erano valorosi combattenti mussulmani che attaccavano navi cristiane. Specularmene, i corsari di Malta per l’Europa erano i difensori della fede cristiana e valorosi combattenti, mentre per i mussulmani solo dei volgari pirati. Spostandoci avanti di qualche secolo, i pirati e corsari inglesi che aggredivano le navi spagnole lungo la rotta per le Americhe venivano accolti con onore dalla corona britannica, mentre le Spagna gli dava la caccia come a dei criminali. Questioni di punti di vista, insomma…

Masu


Originaria di un villaggio di pescatori del Giappone, è la vecchia cuoca di bordo, dal volto rugoso, occhiali e corporatura minuta, ma dalla grandissima vitalità e dal carattere estremamente irascibile. La sua età è ignorata, ma deve essere considerevole, poiché ricorda i giorni in cui i mari della Terra erano ancora popolati da pesci. Il suo nome completo è Masu Tsunajima, ma viene spesso chiamata Masusan, dove san è un suffisso onorifico. Masu non sopporta che si critichi o si rifiuti il cibo da lei cucinato. Gira spesso per i corridoi dell’Arcadia tenendo in mano due coltellacci da cucina che non esita a scagliare contro i malcapitati ladri di vettovaglie, in particolare in direzione di Mee e Tori, i due animali di bordo che spesso attentano alle provviste. Anche quando l’Arcadia è coinvolta in un combattimento spaziale si può essere certi di trovarla in cucina a cuocere il suo riso, nulla infatti sembra in grado di distoglierla dalle sue normali occupazioni. A causa di un equivoco in gioventù a vissuto una delusione d’amore con Gozo Otawara, e il suo cuore non ha mai voluto nessun altro.

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